L’autobus sfreccia a velocità impressionante sfiorando i muri delle case, costringendo le auto che incontra a riparare sul marciapiede, affronta i tornanti come un motociclista con il ginocchio a terra, mentre dai finestrini scorrono spettacolari scorci di panorama.
Per fortuna Stefano è serio, anzi, forse un tantino preoccupato; a me, invece, sembra d’essere sulle giostre e mi viene da ridere.
Ma non vorrei mai essere fraintesa dall’autista a cui la vocazione di pilota di Formula Uno non impedisce d’essere d’una gentilezza imbarazzante. Sull’autobus, francesi, inglesi, turisti di passaggio, come noi, e a tutti lui dà indicazioni con una pazienza certosina. Accompagna con lo sguardo la signora americana che cerca il suo alloggio e riparte solo quando lei lo rassicura con un cenno della mano; si ferma, fuori da ogni obbligo stradale, per rispondere ad un passante che gli chiede quanto manca ai giardini, ci indica la fermata in cui dobbiamo scendere con tanto di orari per la successiva coincidenza…
Siamo sull’undici e stiamo tornando, dopo aver visitato Ragusa Ibla, la parte vecchia della città, verso Ragusa superiore.
Una città con due volti, Ragusa: l’uno estraneo all’altro, ma entrambi bellissimi.
Passeggiando per “il salotto” di Ragusa moderna,

in strade pulite, ordinate, fiancheggiate da negozi, non ci si aspetterebbe da un momento all’altro di vedere, in fondo alla valle, assediata da una vegetazione lussureggiante, spuntare un’isola di tetti e muri e campanili;

devastata da un terremoto nel 1693 e ricostruita mattone su mattone, la Ragusa barocca, Patrimonio dell’Umanità, fa onore alla sua fama.
Dall’alto sembra quasi irraggiungibile,
ma, guardando meglio, si vedono le centinaia di gradini costruiti sulla collina che tengono unite le due anime di questa città: quella nuova, dinamica, europea (se mi passate il termine) e l’altra antica, emozionante, perduta nel tempo.
Un tempo che qui si sposta, come in un libro di fantascienza, ma in modo molto più semplice che in qualunque trama: semplicemente facendoci scendere le scale o salire su un autobus…
Grazie! Sto viaggiando con voi. Gustandomi tanto le miti temperature assolate quanto le noiose piogge. Vedo i colori dei paesaggi. Ed il tutto in maniera tale da aumentarne lo stupore ovvero, inaspettatamente. Come stamattina. Al risveglio. Accendendo il telefono. Partecipe stupito, del vs stupore.
Pier da Rimini
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Inaspettato e bellissimo anche il tuo commento! Grazie per essere un nostro compagno di viaggio. Un caro saluto!
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Te l’avevo detto che era stupenda …… Buon viaggio …. Adri e marghe
Inviato da Adriano
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Ciao ragazzi!
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Ciao ragazzi…
direi che fra le città che ho visto della Sicilia a mio parere è la più bella…
seguita immediatamente da Siracusa!!!
Ciao e buona permanenza
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