Tra naviganti capita spesso, soprattutto quando ci si conosce da poco, di riferirsi gli uni agli altri, chiamandosi coi nomi delle barche, tanto che spesso passa un po’ di tempo prima di venire a conoscenza degli effettivi nomi di battesimo.
Con la frequentazione, poi, si torna alla “normalità”.
Ma non per tutti.
Michela e Gabriele, per qualche oscuro motivo ( sarà la musicalità del nome, sarà che è breve ed evocativo) sono rimasti i “Blu”.
E la firma dei Blu nel mio registro degli ospiti ha una cornice d’eccezione.
Con mezz’ora di pullman siamo andati a Custonaci, attirati dal presepe vivente che si svolge in una vicina grotta. Nella realtà dei fatti, per motivi logistici, il presepe non l’abbiamo nemmeno intravisto ma il paesino valeva da solo il viaggio.
Custonaci, protetto dal severo profilo di Monte Cofano, domina il golfo di Bonagia, offrendo panorami di rara bellezza.
Sotto la cattedrale, delimitata da un artistico piancito di sassi (spettacolare) si stende il paese.
Nel corso principale le solite casine di legno stile Bolzano offrono cannoli e sfince (frittelle) bollenti e squisite, cosparse di zucchero e cannella.
Mentre ragazze vestite da Babbo Natale si aggirano per le vie, nei giardini crescono disordinatamente agrumi, ora carichi dei loro profumati frutti.
Assaporare una frittella mentre mi incanto a guardarli tra le foglie lucide e verdi, come fossero un dono inaspettato dell’inverno, fa parte dei privilegi dei viaggiatori, ai quali non rinuncerei per niente al mondo.