Non so come ci riescano. Sarà il mare, il clima, il cibo.
Non che sia proprio così anomalo. Veniva naturale anche a me, ma solo dopo un po’ di tempo, con prudenza, se così si può dire…E comunque mai e poi mai la prima volta…
E invece…Abbiamo avuto i primi colloqui coi professori di Daniela.
Una decina di persone completamente sconosciute, mai viste né incontrate prima, di una cordialità imbarazzante.
Il tempo di darci la mano e …“pasta e fagioli insieme” è roba da dilettanti: qui parliamo di una conversazione che poteva avvenire solo tra cugini di primo grado…
E la cosa incredibile è che tra informarsi su “Come sta, allora, Silvia in Egitto?” e “Bella idea quella della barca”, è rimasto lo spazio per parlare in modo assolutamente professionale (sembra impossibile, ma vi giuro che è così) dell’ andamento scolastico della creatura.
Un’ alchimia perfettamente calibrata tra autorevolezza e cordialità, che ho raramente riscontrato.
E, tanto per farvi entrare nell’atmosfera, immaginatevi un prof. non tanto alto, pizzetto, occhi piccoli, vispi e mobilissimi dietro un paio di lenti tonde; ci stringe le mani calorosamente; fa apprezzamenti affettuosi sulla creatura (questo aiuta a rendercelo simpatico…); ci espone un resoconto dettagliato e pieno d’entusiasmo su un progetto che intende portare avanti nella classe (molto interessante, peraltro); cinge con un braccio le spalle di entrambi e come “chicca” finale in un angolo a bassa voce ci “confida”:
“Non ditelo a nessuno, ma io AMO questo lavoro, mi diverto da impazzire e (risata) mi pagano pure…”
Ora, dovendo scegliere, ho scelto il massimo.
Ma, anche se in modo decisamente meno teatrale, sembra davvero che facciano tutti questo mestiere con vero e profondo piacere.
Certo è prematura una qualsiasi valutazione sulla qualità dell’insegnamento, sui risultati e il giudizio va sospeso, almeno fino a Giugno.
Di una cosa, comunque, posso dirmi sicura: è davvero un gran lusso (e una benedizione per i ragazzi) lavorare con sincera passione.
