C’è una fondamentale differenza tra i viaggi via terra e via mare. Per terra il viaggio è uno spostamento, per mare è un abbandono.
Quando si mollano gli ormeggi non si parte, si va via…verso un altro mondo, con altre regole e altri tempi. Probabilmente è anche per questo che gli incontri tra “marinai” sono facili e affabili. Ci si sente tutti sulla stessa…barca…
Penso alle quattro signore neozelandesi, di mezza età (più la mezza-dopo che la mezza-prima) in catamarano, che abbiamo incontrato in ben 3 ormeggi diversi; avrebbero chiacchierato per ore se il mio inglese l’avesse consentito.
Penso all’ormeggiatore di Trani, orgogliosissimo della sua città, dove, parole sue, “non piove mai”, che, dopo l’acquazzone, si è venuto a “scusare”.
Penso ad un ragazzo appassionato di vela e alla sua fidanzata, che ci hanno intrattenuto a lungo sul molo di Monopoli, con aneddoti marini. Disinvolti, cordiali, allegri, vent’anni spesi bene.
E, oggi, in marina, a Brindisi, i vicini di barca, Maura e Giulio, skipper lui, stunt-woman e appassionata di cavalli lei, ci raccontano storie con il valore aggiunto di uno splendido accento romano.