L’ uomo non è nulla, l’opera è tutto (l’homme c’est rien, l’oeuvre c’est tout)
Flaubert.
Dubito che il signor Conan Doyle, quando ha messo in bocca al suo Sherlock questa citazione, pensasse a Segesta, tuttavia questo è esattamente quello che mi viene in mente quando sono al cospetto di opere costruite da esseri umani vissuti piú di 2000 anni fa. Pur essendo completamente digiuni di tecnologia, gli umani in questione, Elimi per la precisione, si sono dati un gran daffare. Il tempio, con le sue 36 colonne è uno dei pochi praticamente intatto ed è splendido. In posizione strategica, tra dolci declivi collinari, si intravede non appena si comincia la salita per raggiungerlo e già solo questo primo accenno incute soggezione e rispetto.
Più in alto, con altri due chilometri di salita, si raggiunge il teatro. A digiuno di attori, mette comunque in scena lo spettacolo immobile ma sempre diverso della valle e del mare che sovrasta.
C’è di che sentirsi piccoli piccoli…
E quale migliore antidoto, allora, di un’esperienza ( come la chiamerà la simpaticissima guida ) sensoriale?
In poche parole, riprendiamo ( con noi ci sono Daniela e Simone) l’auto a noleggio e andiamo a Marsala o, meglio, alle cantine Florio di Marsala.
La visita guidata è costellata di aneddoti e curiosità come quella dell’origine inglese del famoso vino o del privilegio di aver fatto bere l’astemio Garibaldi le cui armi troneggiano ancora in una delle sale.
La cantina è impressionante, così come lo sono le botti, ma il piú bello viene alla fine, con una piacevolissima degustazione.
Se effimeri siamo, tanto vale godersela, no?!😉
Bè direi che tra Segesta e le cantine Florio non c’è che l’imbarazzo della scelta …. ma Selinunte l’avete visitata ?
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Ancora no, lo sai che siamo lenti😉
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