A voler essere romantici, si potrebbe pensare che gli orologi fermi sulle torri e sulle chiese di Modica non lo siano per caso. Un modo per ricordare che il tempo è poco più di un’opinione e che qui , come forse in tutti i paesi della Val di Noto, si è fermato.
La città natale di Quasimodo, dall’alto del belvedere del Pizzo, è un acquerello di tetti di suggestiva bellezza.

Chiese e palazzi barocchi si contendono la nostra meraviglia, aiutati, non poco, da un cielo profondamente blu e da fioriture sgargianti.

Passeggiamo tra i vicoli, su e giù dalle immancabili scalinate con la famiglia felicemente al completo (Daniela e Silvia con Emilio ci hanno raggiunto da un paio di settimane) e Luana e Romano, due nuovi amici, di ritorno dal giro del mondo, ovviamente in barca a vela (Il loro sito, come di consueto, nella pagina “Amici giramondo”).
Luana, che ha il raro dono di scovare le storie celate nell’ombra, grazie al suo garbato e sincero “ficcanasare” ci procura due piacevoli incontri: un intagliatore di legno che, grato della nostra attenzione, ci regala due bastoni da passeggio di giovane ulivo

e una pittrice bresciana, emigrata undici anni fa, dal grigio della città al blu del mare.

Intanto, mentre il crepuscolo punta i riflettori su Modica alta, lasciando a mano a mano, il resto della case nell’ombra,

entriamo nella bottega profumata della Dolceria Bonajuto.

E così, in pullman, mentre ci lasciamo Modica alle spalle, portiamo con noi un po’ della sua magia, racchiusa in scure, dolci e ruvide tavolette di cioccolata.
Strana coincidenza scrivi di Modica e del suo cioccolato e qua a Bologna c’è il cioccoshow dove il prodotto in questione è molto ben rappresentato in vari stand….buonissimo !!!! sopratutto quello all’arancio, al peperoncino e allo zenzero..
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Peccato! Volevo portarvene un po’ ma se è già lì…😄
Un abbraccio e a presto!
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