15.30: primo pullman
18: secondo pullman
22: aereo
Arrivo previsto a Bologna: prima di mezzanotte.
Stiamo tornando sul continente per Natale e il viaggio con i mezzi pubblici è una mezza tradotta militare.
Conosco abbastanza bene il gentil consorte per sapere che è in momenti come questi che rimpiange di non esser più proprietario di un’auto. Ma, nel mio universo, dove la fantasia spadroneggia alla grande sulla logica, i mezzi pubblici sono un serbatoio inesauribile di storie.
Anche se il mio preferito è il treno (mi piace lo sferragliare sulle rotaie, la gente che sale e che scende, i vagoni come piccoli salotti in fila) tutti sono ugualmente generosi nel dispensare trame.
Ora, per esempio, in attesa, seduti accanto a me, ci sono due studenti di medicina. Stanno scoprendo che sono diretti allo stesso convegno. Lei piuttosto elegante, lui più alternativo… L’intreccio rosa è persino troppo scontato.
Poco più in là due donne si salutano con gran calore; una con accento bergamasco ringrazia, ringrazia e ringrazia. L’altra si schermisce invocando i doveri dell’amicizia… Che ne dite di un thriller?
In un angolo una bimba ha il muso lungo e dá la mano a una signora che non le assomiglia affatto…Dramma sentimentale assicurato.
Trame improbabili, banali, assurde, quasi certamente lontane anni luce dal vero e proprio per questo sublime esercizio di fantasia.
E mentre intorno, la gente cambia, si sposta, va e viene, io mi metto comoda.
Smetto di scrivere…post inviato…
E sono di nuovo pronta.
Quel signore che corre…
Non fermarti…racconta,racconta ancora…Ci piaci…
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