
Il golfo di Palermo visto dal mare è uno spettacolo. Sembra disegnato col compasso, tanto è rotondo. E anche i monti intorno , con le cime smussate, più o meno alla stessa altezza, contribuiscono a rendere questo tratto di mare confortevole e rassicurante come un abbraccio.
Lasciato S. Vito stiamo praticamente ripercorrendo il tragitto che due anni fa abbiamo fatto per arrivare a Trapani, ma in senso inverso.
Dopo Palermo, Cefalù.
Arrivando da ovest il monte che sovrasta il borgo ingloba il duomo e la Rocca e solo quando ci si avvicina la facciata della Cattedrale e i merli delle fortificazioni si staccano dalla pietra e prendono vita propria.

Ecco, già solo arrivare da una direzione diversa rende il conosciuto nuovo e sorprendente.
È così, lungi dall’essere scontato, il percorso ci riserva piacevoli sorprese. A Palermo, per esempio, un capolavoro sfuggito alla prima visita, la Cappella Palatina, dà un senso ai 14 chilometri percorsi a piedi e alle ovvie conseguenze podologiche, (…che il giorno dopo sembravo dott. House) per raggiungerla. Più che un luogo sembra un gioiello, come camminare tra le sfaccettature di un diamante dove oro e luccichii regnano incontrastati.

Inserita nel sito “Palermo arabo-normanna e le Cattedrali di Cefalù e Monreale” è Patrimonio dell’ Umanità e, in quanto parte dell’umanità, poter godere nell’arco di pochi giorni di due su tre di questi capolavori non può che rendermi orgogliosa e grata.

Ed é un piacere per noi condividere queste meraviglie
"Mi piace""Mi piace"