La stradina polverosa non lascia presagire nulla ma quando l’auto si ferma e ci si guarda attorno appare, nella sua sfolgorante bellezza, un balcone sul mare, un prato che degrada lentamente e lascia spaziare la vista su tutto il golfo, fino al faro di Punta Secca. Lì accanto potrebbe esserci qualunque cosa, anche un mucchio di macerie, e sarebbe bello ugualmente, ma, invece, il “dopo” è all’altezza del “prima”.
Siamo da “gli Aromi”, nei pressi di Scicli, azienda familiare che produce e coccola erbe officinali ed aromatiche.

Il viaggio (ché di questo si tratta…) si snoda tra varietà di timo, lavanda, gerani, maggiorana, rosmarino, finocchietto, solo per citare quelle che ricordo tra le 200 varietà che crescono nei campi e nelle serre.
Un viaggio a tutto tondo che solletica e soddisfa tutti i sensi. E mentre Enrico si occupa dell’udito raccontandoci la sua passione, passeggiamo accarezzando piante, strofinando fusti, assaggiamo piccole foglie piccanti mordicchiandole delicatamente, guardiamo le mille sfumature dei fiori e soprattutto ci inebriamo di profumi.
Intensi e sinceri, spesso sorprendenti e irriconoscibili al mio fiuto poco allenato, parlano alla nostra parte più inconscia e profonda e non è un caso che l’atmosfera sia lieve e pacata nonostante il nostro gruppo sia piuttosto numeroso.
Il buffet che conclude il tutto, gustato sul balcone naturale, è un degno commiato.
Nel racconto “E mai più nacque una donna” di C.L.Moore una splendida donna destinata alla morte trova nuova vita in un corpo meccanico ma dei cinque sensi solo vista e udito le vengono restituiti. Saranno sufficienti per …restar legata alla natura e alla razza…?
Il racconto lascia il lettore nel dubbio ma quassù, forse, la risposta sarebbe facile.