Quando insegnavo grammatica le congiunzioni mi piacevano molto. Così piccole ma piene di personalità. Come gli esseri umani, con il loro carattere: “ma” e “però”, decise ad avere sempre l’ultima parola, “se” persa in un mondo d’ipotesi, “o” con la fissa del confronto e, la mia preferita, la “e”, che fedele al suo nome unisce, senza preoccuparsi delle differenze: burro e marmellata, buoni e cattivi, mari e monti.
Certo, abbandonata la grammatica per la pratica, l’aereo aiuta e per unire il mare siculo coi monti trentini bastano poche ore.
Il pretesto: un fine settimana al femminile con le creature e mia cognata.
Così, lasciata la barca per la baita sbarco (concedetemi il gergo marinaresco) in quel di Merano.
Qui, le montagne spruzzate di bianco chiudono l’orizzonte tenendo a bada il sole, concedendogli spazio solo a loro piacimento; il vento è teso, secco e freddo e profuma di neve; le luci di Natale e i mercatini colorano le strade del paese.

L’acqua è rinchiusa tra gli argini, scorre con impeto, rotola sui sassi, scroscia e rimbalza. La natura è una presenza forte, talvolta incombente, talvolta rassicurante. Lo sguardo inciampa tutt’intorno e non c’è modo di guardare liberi da confini, ma nell’acqua calda delle terme, con gli occhi sui monti innevati e la musica che risuona sotto la superficie, il limite di un orizzonte finito è più che sopportabile.
La compagnia, poi, è un’occasione rara e per me non può essere migliore. A dispetto del mio ottantaduenne vicino di pontile che, nell’apprendere la composizione del gruppo si era messo, ridendo, le mani tra i capelli, noi, insieme, ce la spassiamo un mondo.
Tra passeggiate, chiacchiere e risate (tante), teatrini improvvisati e amicizie estemporanee il tempo passa in un lampo e viene presto l’ora di tornare, chi a Bologna, chi in Sicilia.
Non resta che salutarci, ma non prima che la “e” faccia il suo dovere: mare e monti, cassata e strudel, limoncello e vin brulè, nord e sud, “grandi” e “piccole”, vicine e lontane…
senza preoccuparsi delle differenze.

Eeee … brave ragazze
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Belle foto! E’ vero: vedere lontano, spaziare su orizzonti lontani aiuta a vivere meglio. Cosi’ ho imparato ad amare la pianura padana nei miei viaggetti…
Spero che la montagna ti piaccia ancora (non sto nella pelle di tornare sugli sci!).
Un saluto anche a Monica e alle pargole…
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