Un vento particolarmente benevolo sospingeva la barca sulla giusta rotta. Le coste italiane non erano più in vista, quelle greche non ancora. Certo la meta non distava giorni e giorni ma comunque, intorno, c’era acqua soltanto. L’uomo e il mare possono essere uniti da sentimenti diversi e opposti: inquietudine, timore, solitudine ma anche orgoglio, sfida, eccitazione, aspettativa. Un mix di tutto ciò credo sia presente in tutti quando intorno c’è solo blu. Le proporzioni possono variare a seconda del meteo, dell’equipaggio, della barca, della meta, del motivo che induce ad attraversare il mare e, in larga misura, dal proprio carattere. Tuttavia sono sicura che la compagnia di un branco di delfini, delle vele all’orizzonte o il saluto di una barca che procede in senso opposto non possano che far piacere. A maggior ragione il gracchiare disturbato della radio di bordo che rispondeva al mio “Blu, Blu, Blu per Cautha” è stato una gioia.
Erano Michela e Gabriele sulla loro “Blu”. Partiti da Brindisi stavano facendo rotta su Ereikoussa dove, qualche giorno fa, ci siamo incontrati. Dopo una trasferta a Corfù, che, come ricordavo, nonostante il turismo d’alta stagione resta una città affascinante con il suo piccolo porto all’ombra delle mura della fortezza e il cielo ingombro di rondini e di frinir di cicale, ora le nostre barche affiancate si stanno godendo una baia finalmente deserta. Dopo aver sopportato tre discoteche galleggianti che ci hanno trasportato per un paio d’ore in un inferno di decibel, condividere il rumore del vento con un paio di buoni amici è davvero una benedizione.