
Il cartello è ufficialmente un cartello stradale ma sotto alla dicitura “strada panoramica” spunta un inedito “non usare la strada come circuito”. In effetti la strada Mareneve che collega, come il nome lascia intuire, il mare dello stretto di Messina con le vette innevate dell’Etna è un vero e proprio circuito che farebbe la gioia di ogni motociclista. Curvoni, tornanti, asfalto “buono” e, di contorno, paesaggi atti a deliziare l’eventuale passeggero…
La moto non l’abbiamo più da tempo e le nostre quattro ruote ci impediscono sprazzi sportivi ma “niente ci fa”, come dicono qui, perché possiamo concentrarci meglio sul panorama. Ed è qui che si cela il miracolo.
Un miracolo che è un po’ la sintesi dell’isola, capace di spaziare nell’arco di pochi chilometri tra ambienti completamente diversi. Così, memori di Verne e degli sbalzi spazio-temporali della più moderna fantascienza, in un’ottantina di minuti passiamo dalle vette ferite dai crateri e ingombre di lava,

alle pinete fitte e ombrose, dove svettano pini, segnati dalle cicatrici dei raccoglitori di resina di un tempo.

Scendiamo giù fino ai boschi di querce e, ancora più in basso tra le verdeggianti colline dove abbondano aranceti e vigneti

fino a raggiungere la distesa blu del mare.

Una specie di viaggio che, in qualche modo, coniuga la serenità delle verdi colline toscane con l’austera bellezza delle Alpi perché dietro ad ogni curva, ad ogni cambio d’altitudine appare un mondo diverso, per colore, per calore, per linee e luci. Uno spettacolo! E uno dei motivi per cui abbiamo deciso di mettere radici in quest’isola: un luogo che non è mai uno ma ne nasconde altri mille.
…È in Sicilia che si trova la chiave di tutto […] La purezza dei contorni, la morbidezza di ogni cosa, la cedevole scambievolezza delle tinte, l’unità armonica del cielo col mare e del mare con la terra… chi li ha visti una sola volta, li possederà per tutta la vita“ (Goethe)
Bello!!!!! Am
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👏👏👏
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