… E giungemmo all’isola Eolia. Qui dimorava Eolo…
…Poi quando licenza gli chiesi d’andarmene non rifiutò ma prese a cuore il mio viaggio: spogliò delle cuoia un bove novenne un otre ne fece e dentro vi chiuse dei venti ululanti le vie…
…Ma solo il soffio di Zefiro per me liberò che la nave benigno spingesse per noi…
Come Ulisse anche noi lasciamo le isole Eolie riconoscenti dell’ospitalità ricevuta.
Partiamo di notte con la luna quasi piena ed una stellata fantastica, per riuscire a raggiungere lo stretto di Messina di primo mattino, quando la corrente sarà favorevole. Non abbiamo l’otre da cui far uscire un soffio di Zefiro ma giungiamo ugualmente al cospetto di Scilla e Cariddi poco prima dell’alba. C’è già luce, soffusa e rosea e tinge le coste di colori pastello. I pescatori sono già al lavoro, inseguiti dai loro amati nemici (così li chiamano), i delfini. Le coste italiche e quelle sicule sono così vicine e delineate che sembra di attraversare un plastico e l’idea che l’Italia sia lì, distesa alla mia sinistra, mi emoziona, come sempre.
La corrente a favore ci spinge veloci lontano dallo stretto, lungo la costa sicula. L’Etna fa sentire un paio di profondi e cupi brontolii. Poco lontano dal paese dei Malavoglia ci sono ancora in mezzo al mare i sassi che Polifemo,irato, lanciò contro… Nessuno.
Il vento, intanto, non ci aiuta. Procediamo poco romanticamente a motore, su liquide pagine di letteratura.
Non abbiamo dormito e siamo un po’ stanchi ma l’arrivo è vicino.
Prossima sosta: Catania.
Sogno notti stellate mentre a Verona il cielo e’ nero di giorno. Il clima inglese gradevole, l’aria pulita ricca di profumi di tarda primavera tengono lontana l’afa e ci mantengono attivi. Verra’ il tempo del sole e del mare? Intanto vivo l’estate con voi. Baci,
Carla
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