
Lasciamo Siracusa non senza aver reso omaggio ad un cittadino illustre e un po’ … datato.
Il “Tecnoparco Archimede” è una collezione all’aperto delle principali invenzioni del genio in questione ed è gestito con competenza e grandissima simpatia dalla guida locale.

Io, che faccio fatica ad incastrare i mattoncini Lego, non finisco di stupirmi di come la meccanica di oggi funzioni ancora secondo le regole dettate più di 2000 anni fa.
Anche in barca tutto ció che si solleva, si sposta, gira…lo deve proprio ad Archimede. È quindi anche grazie a lui che arriviamo finalmente a… casa!
Lo so, fa ridere.
Chi vive in barca sembrerebbe esserlo sempre o non esserlo mai, ma non è proprio così. Almeno non per me che, per sentirmi a “casa”, ho bisogno se non di un tetto, certo di un luogo sicuro e familiare.
E dopo 5 mesi e 2124 miglia, Marina di Ragusa é quel luogo.
Ora posso ignorare il meteo e la direzione del vento, quando cammino incontro volti conosciuti, le persone mi chiamano per nome e Cautha é ormeggiata, al sicuro; ha i timoni coperti, la bandiera riposta nel gavone e si appresta ad essere pulita, lucidata e curata come merita.
Le siamo riconoscenti per averci accompagnato nella “buona e cattiva sorte”, per averci tenuti ben saldi nelle rade, per averci fatto divertire e per averci difesi quando il maltempo ha dato il peggio di sé. Senza mai un problema, un cedimento, sicura e affidabile.
Potrà sembrare infantile provare affetto per un mezzo meccanico ma non credo d’essere l’unica e, ora, al “traguardo”, penso a lei con enorme gratitudine e, nell’illusione che possa sentirmi, le rivolgo un profondo e sincero
Grazie!