
La spilla tonda e gialla con la scritta “Apprendista Cicerone per passione” basterebbe a renderli simpatici, ma i ragazzi del Liceo di Comiso ci aggiungono del loro e con la spigliata timidezza dei loro giovani anni e una disarmante e spontanea dialettica ci fanno da guide. Il luogo è il sito archeologico di Kaukana, a pochi chilometri da Marina di Ragusa, e l’occasione le giornate FAI di primavera.
Riaperta solo dall’estate scorsa grazie alla buona volontà degli abitanti del luogo, l’area archeologica è immersa nel verde e si spinge fino a lambire il mare. I resti del villaggio sono parzialmente dissepolti dalla sabbia, adagiati all’ombra degli alberi e quelli dell’antico porto sommersi dall’acqua, poco distanti dalla riva; basterebbero maschera e pinne, mi dicono, per osservarli.
Tra i resti delle antiche abitazioni, in cui si distinguono facilmente scale e finestre, spicca quel che resta di un edificio sacro con tanto di sarcofagi e qualche piccolo mosaico, risparmiato dal tempo.
Nei dintorni la natura si dà da fare con pennellate di rosso, giallo, viola, sparse ad arte nei campi, lungo i bordi delle strade, nei giardini.
Una meraviglia. Un inno alla primavera.
Ma tra i resti del villaggio antico, testimonianza del passato, tra le variopinte fioriture, testimonianza di vita nuova, c’è un immagine che mi colpisce. Un piccolo attimo che unisce passato, presente e futuro ( e fa ben sperare…);
l’attimo in cui
una guida…molto giovane racconta storie…molto vecchie a …giovanissimi visitatori.
Sei incredibilmente BRAVA!!!
Ti leggo e aspetto ogni tuo scritto.
Faresti i milioni ce scrittrice!!😉
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Che dire? Grazie mille. Per ora il libro l’ha scritto mia figlia e io ci sono solo come protagonista…😉
Un caro saluto!
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