
-Hai visto?
chiede il consorte, ben sapendo che sarà una domanda retorica,
accanto a Bob hanno ormeggiato una barca identica.
Guardo e, all’ovvietà che no, non ho visto, si affianca il legittimo dubbio che questa volta l’osservatore abbia preso un granchio. Riconoscere una linea sotto gli innumerevoli manufatti di Bob (non a caso soprannominato il pitagorico) non è semplice e le due imbarcazioni sembrano davvero estranee l’una all’altra.
Ma il consorte ha ragione. Cantiere, modello, misure…tutto uguale. Ridotti all’osso gli scafi potrebbero sovrapporsi l’uno all’altro. Ma ci vuole un occhio allenato.
E qualcuno l’occhio allenato ce l’ha.
Paola ed Andrea (al quale dobbiamo la nostra “alternativa farmacia” di bordo) sono finalmente venuti a trovarci e Paola, con l’aiuto delle sue conoscenze e della sua sensibilità, trova senza fatica se non lo scafo nautico, quello umano delle persone che incontra.
A tutti piace sentir parlare di se stessi e così nessuno si sottrae al ritratto che gli viene elargito a larghe pennellate e gli “oh…ma dai…è proprio così…ma che…questa signora da anni mi conosce?…” fioccano.
“Un gioco” che è in realtà un aspetto della filosofia non convenzionale ma antica che contraddistingue la loro vita e il loro lavoro. Filosofia che da tempo condivido ma che ha sempre sorprese in serbo.
Così, tra novità stimolanti e curiose, acquazzoni e schiarite e veleggiate a prova di mal di mare, il registro degli ospiti ha registrato una nuova entrata.
Benvenuti ragazzi!