Sarà per pudore o forse, più facile, per un’astuta vanità che sui fusti spinosi e ruvidi, circondati dal buio della notte, sbocciano i fiori di cactus.
Di giorno niente più di un’escrescenza verde ed insignificante, di notte una meraviglia di petali bianchi.
Una metamorfosi che si riesce a comprendere solo dopo averla vista. Soltanto allora, se lo sguardo si sofferma sui boccioli chiusi nel pomeriggio assolato, questi assumono il fascino e la dignità di una promessa.
Così anche con le idee.
È solo a volte che in un pensiero informe, che si fa strada nella mente, si intravede già il futuro. E quando accade è un attimo dal fascino impagabile perché se il fatto compiuto regala allegria, entusiasmo e soddisfazione, l’istante della visione, quello in cui l’idea non è più un sogno sfumato ed indistinto ma non è ancora una progetto concreto si ricorda per sempre.
Sono attimi che diventano “storia” e si raccontano:
appena ho visto quella …
in un attimo ho scelto di…
in quel momento mi sono detto…
Le autobiografie sono piene di citazioni simili.
Ebbene, proprio in questi giorni il nostro amico Pietro ci è venuto a trovare insieme a Jack e, oltre al piacere della loro compagnia, abbiamo avuto il privilegio di assistere alla nascita di un’idea, alla visione di qualcosa che ancora non c’è.
È solo un’idea acerba e appena delineata e non sappiamo che seguito avrà ma chissà… sarebbe bello che fosse un bocciolo verde ed informe, che aspetta la notte, per poi aprirsi in un calice bianco.
Proprio come i fiori di cactus.
