Tic-tic-tic
Le gocce cadono ritmicamente sulla tuga e conciliano il sonno.
Non che ne abbia bisogno. Alzarmi al mattino per me è già sufficientemente difficile senza questa leggera pioggerella che invita a raggomitolarsi sotto le coperte.
Poi
Perché dev’esserci sempre un poi?!
Un battito di ciglia, non di più, solo il tempo d’un battito di ciglia e il gocciolio diventa uno scroscio, una furia d’acqua impetuosa.
Il consorte mi chiama dal pozzetto gridando per sovrastare il ruggito del vento e dell’acqua.
Mi infilo una camicia alla meno peggio e corro ad aiutare.
Chiudiamo il bimini (tendalino antisole per i non addetti), copriamo i timoni, strappiamo al vento una scarpa mentre l’altra ci sfugge e vola in acqua, le bici rovinano a terra sul pontile.
La leggera pioggerella è diventata un groppo inferocito che s’accanisce sulle barche e sulle cose.
Il cielo è nero pece, una vela di una barca poco lontana si è srotolata e si dimena impotente sotto le raffiche.
Bagnati fradici rientriamo sotto coperta.
Pavimento d’asciugare poi caffè.
WhatsApp tintinna… è la foto di una tromba marina al largo di Punta Secca…
Edddai!!! Va bene! Basta!
Anche se non metterò il costume in naftalina per questo, ho capito, lo so…l’autunno è cominciato tre giorni fa!