Non fatelo. Non sforzatevi di indovinare dov’è Cautha tra le barche placidamente adagiate nella baia. Non c’è.
Siamo in versione turisti terrestri, in visita a Taormina, che ricordavamo splendida.
A onor del vero e in accordo con chi mi aveva “avvisato”, il fascino del luogo è inversamente proporzionale al numero di persone che lo popolano. L’orda di barbari travestita da turisti che invade le stradine, il vociare che copre ogni altro suono e lo shopping compulsivo per la via principale rendono tutto molto, molto meno affascinante.
Si salvano i giardini, sempre meravigliosi e un po’ defilati, tanto da essere una piccola oasi di pace.
Da lì, come fosse un plastico, vediamo i binari e il trenino che collega Giardini Naxos con Riposto. Già, perché, a causa di un contrattempo, ci tocca star fermi per un po’ al porto. Un porto dal quale basta alzare appena gli occhi per vedere la cima dell’Etna tra le nuvole. Collocato in una posizione strategica, davanti ad un paesino non particolarmente significativo se non per il mercato del pesce e gli ambulanti che vendono a prezzi stracciati frutta e verdura, ci ospita per una sosta un po’ più lunga del previsto.
Ebbene, quando le cose non vanno esattamente come mi aspettavo c’è un nitido ricordo che mi viene sempre in mente ed è quello di una simpatica ragazza conosciuta in Grecia. Coinvolta in uno dei tanti probabili imprevisti che accompagnano la vita del velista, con un meraviglioso accento toscano (che chissà che pagherei per renderlo con la scrittura), allargando le braccia, in segno di resa, mi donava questa chicca di filosofia spicciola:
Chi non fa nulla…non gli succede nulla… e poi, con uno splendido e sincero sorriso
Sono i colori della vita.