
La percezione del tempo è una cosa squisitamente personale. Ci sono periodi spessi e intensi che restano addosso come indumenti bagnati, pregni a volte di gioia, a volte di dolore e periodi che volano leggeri, scivolosi, sfuggenti e scorrono rapidi come l’acqua di un fiume.
Seduta nel pozzetto della barca, davanti al monitor del computer, guardo incredula la data che appare nel mio ultimo post. Non può essere passato così tanto tempo…
La mezzanotte è suonata già da un po’. I grilli cercano disperatamente di contrastare la cacofonia assordante che proviene dai bar del porto, che sono tutte luci, via vai di passanti e musica, se così si può chiamare, sparata sempre più forte in una gara di decibel dove ognuno cerca d’averla vinta. La stagione è decisamente nel suo pieno ma io quasi non me ne sono accorta. Distratta da altro, quando ho alzato gli occhi l’ho trovata già qui. La spiaggia e la scogliera piene di ombrelloni sono già diventate affollati luoghi da evitare, tutti i ragazzi che cercavano un lavoro stagionale l’hanno trovato e lavano piatti, portano caffè, distribuiscono arancini con il sorriso stampigliato sul volto, sull’ autobus che collega Marina con Ragusa, quando le ore si fanno piccole, si ammassano i ragazzini diretti alle discoteche e mentre il porto si svuota, le lavanderie lavorano alla grande e le macchine automatiche piegano e “incartano” lenzuoli, asciugamani e tovaglioli spandendo intorno un intenso profumo di bucato. È luglio e a luglio questo succede. Un luglio caldo e soleggiato per la gioia di chi ne gode e di chi di questo vive.
Intanto, da uno dei bar del porto si alza un coro di buon compleanno, mentre la musica si zittisce come per miracolo. Adesso è tutto un cri-cri di grilli e un vociare lontano. Nel pozzetto sono rimasta sola, il consorte è già sceso sotto coperta. Alzo gli occhi nell’angolo destro del monitor…sono le due passate…!
La percezione del tempo è una cosa squisitamente personale…