
La prima volta che sentii dire ad un trapanese :- Quest’anno non sono ancora andato al mare… rischiai di ridere di cuore. Per me, cittadina di pianura, andare al mare voleva dire fare cento chilometri di autostrada ma chi viveva già in una città di mare dove mai poteva andare? Poi, col tempo, imparai che il mare era molte e diverse cose: era la superficie su cui navigare, la quiete speranzosa dove attendere un pesce all’amo, il profondo blu in cui immergersi, la vertigine delle scogliere, i castelli di sabbia e la stuoia distesa al sole. Ognuno aveva il suo personale mare da raggiungere. Così, quando, qualche giorno fa, abbiamo deciso di trascorrere un paio di giorni nei dintorni di Siracusa mi è venuto naturale pensare che… stavamo andando al mare…
Il mare in questione è un mare con la lettera maiuscola. Ricco di storia, di vita sottomarina, di relitti e di leggende, circonda la città di Siracusa che giace sicura nel golfo naturale delimitato a sud dalla penisola della Maddalena, l’antico plemmyrion cantato da Virgilio nell’Eneide.

E Plemmirio è anche il nome dell’area marina protetta istituita nel 2004, meta della nostra gita fuori porta. Paradiso per i subacquei, è incantevole anche per chi, come noi, si accontenta di passeggiare sulla costa. Qui il mare raggiunge toni di blu di un’intensità difficilmente riscontrabili altrove.

Il faro di Capo di Murro di Porco, vedetta indispensabile e benedetta per chiunque si avvicini a queste coste, è l’unica pennellata di bianco tra i blu del cielo e del mare.

Attorno al faro qualche mucca al pascolo e un paio di cani randagi permettono ai colori e ai suoni del mare di essere protagonisti incontrastati. Soltanto l’Etna, nervoso e sbuffante, sullo sfondo, contende loro la scena.

È un paesaggio veramente fantastico e non stento a credere che sotto la superficie dell’acqua lo sia altrettanto. Enzo Maiorca era legato a questi luoghi in modo intenso e profondo. Venti metri sotto la superficie dell’acqua una sirena di bronzo ricorderá per sempre sua figlia Rossana, come una vedetta sugli abissi.
Camminando su queste scogliere, guardando le onde infrangersi sugli scogli, lasciando vagare lo sguardo sull’orizzonte… non si può non pensare a lui, alla sua vita e al suo amore per questo mare con la M maiuscola.
Il mare insegna all’uomo l’umiltà …
Il mare insegna ancora una cosa importantissima
per la sopravvivenza dell’uomo stesso …
Gli insegna che dietro ad un orizzonte ce n’è sempre un altro … (Enzo Maiorca)

Peccato per il pranzo mancato
Per il resto tutto fantastico descritto in modo superlativo.
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Grazie per questa lettura che mi ha distolto da altri pensieri mentre attendo al pronto soccorso mia madre ferita ad una mano…
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Lieta d’averti “fatto compagnia”. Un abbraccio 🤗
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Un grande augurio di Buona Pasqua a tutta la famiglia di Cautha! 💕
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