
Ricordi quando gli anni pesanti sulle spalle dei tuoi vecchi erano troppi da sopportare, come allora lo star loro vicino fino alla fine era di conforto a entrambi?
Ricordi quando ammalato nel letto di casa le visite degli amici ti triplicavano le forze e dimezzavano la convalescenza?
Ricordi quando i bambini giocavano e si sporcavano e si spingevano e si toccavano e ridevano, vicini di niente?
Ricordi quando i ragazzi si baciavano per strada e camminavano tenendosi per mano sussurrandosi, occhi negli occhi, parole dolci?
Ricordi quando gli incontri tra amici erano baci sulle guance e pacche sulle spalle e strette di mano?
Ricordi quando le labbra delle donne brillavano di rosso, come coralli in mare e il sorriso nasceva dalla bocca e cresceva sul volto, per finire, solo all’ultimo col raggiungere gli occhi?
Ricordi quando la scuola era un’aula piena di cartelloni colorati e ragazzi che lavoravano in gruppo, insieme, chini sullo stesso banco?
Ricordi l’emozione del sipario che si apre, le voci degli attori e il teatro pieno dell’emozione di chi ascolta?
Ricordi i concerti d’estate, i cori con sconosciuti ma amici del momento, le mani che battono il ritmo, figli tutti delle stesse note?
Ricordi il cinema e i pop-corn condivisi?
Ricordi i pranzi improvvisati dove aggiungere un posto a tavola era una regola non scritta ma imprescindibile?
Ricordi le gite nei giorni di festa, in giro, per vedere e scoprire e gustare ed imparare angoli nuovi di mondo?
Ricordi quando andavi dove volevi, con chi volevi e il mondo sembrava così meravigliosamente piccolo e vicino?
Ricordi quando avevi paura? Di un incidente stradale, del terremoto, delle cattive compagnie, dei ladri, dell’infarto…
Ricordi?
Ora hai solo una grande unica paura, la paura di ogni uomo, la paura che non sconfiggeremo mai
hai paura di morire
ma forse,
chissà,
non ti sei accorto che hai già smesso di vivere.
Ricordo, ma mai con precisione. Purtroppo mi sto abituando a questa prigione. Sono invecchiata dentro la mascherina…
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