Il privilegio d’invecchiare

Un po’ di giorni fa leggevo, assolutamente per caso, che la Regina Elisabetta ha rifiutato il premio “anziana dell’anno” perchè, per dirla con le sue parole “vecchio è, chi vecchio si sente” e lei… non si sentiva. 

Ora, ci sono parole che nel tempo e per scopi diversi hanno cambiato, per così dire, colore. I temporali sono diventati cicloni, il maltempo nubifragi, i bambini molto vivaci sono alunni affetti da ADHD, i sintomi di qualunque malattia un presagio mortale. Ebbene, in questo contesto dedito all’amplificazione della realtà e alla negazione delle ombre, la Regina Elisabetta sembrerebbe aver ragione. Perchè un vecchio è, per definizione corrente, un malato, stanco, incapace, inutile personaggio.

Il caso vuole, però, che la sottoscritta abbia appena compiuto 60 anni, data a partire dalla quale sembrerebbe cominciare, secondo le comuni classificazioni, la famigerata vecchiaia. Non nego che la cifra tonda faccia un certo effetto, aggravato dall’opinione comune che mi vorrebbe preoccupata delle rughe e dei controlli mensili del colesterolo ma con i capelli neri da adolescente, in lotta strenua e vana per far girare le lancette del tempo al contrario, o perlomeno per fermarle. Ma, fortunatamente, il tempo e il suo trascorrere sono una splendida realtà soggettiva che, lungi dall’essere una maledizione, sono per me una sfida e un privilegio.

Se non sono più una ragazzetta impaurita che non osa esprimere la propria opinione, lo devo al tempo. Se sono orgogliosa delle mie figlie e non mi chiedo più che donne saranno, perchè già lo so, lo devo agli anni che mi separano dal primo giorno in cui sono nate. Se so di poter sopravvivere al dolore e alle difficoltà, lo devo ai giorni bui che ho dovuto affrontare. Se ho milioni di paesaggi e di volti nei miei ricordi, se so cosa ho già raggiunto e cosa cerco ancora di raggiungere, se sono quella che sono ora, lo devo a ciò che sono stata in questi 60 anni. Non cambierei mai la mia valigia di vita con quella che avevo 10 o 20 anni fa, perchè ora contiene molto più di quel che conteneva.

Perchè il problema vero, se ci pensiamo bene,  non è il tempo che passa ma il tempo che trascorre inutilmente. Se restassimo uguali a noi stessi, senza costruire nulla, senza imparare, senza sbagliare, senza perdonare, senza mettersi alla prova, se sopravvivessimo e basta, senza cambiare, se restassimo “giovani” per sempre, allora sì, saremmo inutili personaggi. Ma io credo che se viviamo al meglio delle nostre possibilità ogni giorno della nostra vita, allora, “vecchio” non sarà un’offesa ed invecchiare una dannazione ma, al contrario, un invidiabile privilegio.

Pubblicato da cautha16

Se pensi che l'avventura sia pericolosa, prova la routine. E' letale. (Paulo Coelho)

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