
Non so chi di voi ricorda il terzo episodio della saga di Indiana Jones e, in particolare, il momento in cui il mitico archeologo, per salvare la vita al padre, deve fare un atto di fede e camminare nel vuoto che si apre su un profondo precipizio; spinto dall’urgenza e dall’amore filiale farà il fatidico passo per accorgersi di essere in realtà su una strada magistralmente nascosta da un’ illusione ottica.
Bene, qualcosa del genere mi è capitato in questi giorni mentre seguivo “l’uomo delle api”, nostro fidato fornitore di miele, lungo i campi delimitati da vetusti muretti a secco.
I muri a secco, conosciuti e fotografati dai più, sono un’icona della Sicilia e in generale del sud. Perfino l’Unesco li ha definiti “il più importante modello di organizzazione del paesaggio dell’area del Mediterraneo”, inserendoli nella lista degli elementi dichiarati patrimonio dell’umanità. La loro origine in queste zone viene fatta risalire al 1400 nella contea di Modica, quando il conte Giovanni Bernardo Cabrera Aragona, indebitatosi con il fisco, fu costretto a vendere alcune sue terre e a frazionare il feudo rimasto in tanti lotti, delimitandoli manualmente con i nostri muretti. Ma, al di là della loro origine pragmatica, la meraviglia di questi muri è l’equilibrio perfetto che li sostiene, l’incastro magico tra le pietre che li tiene in piedi senza bisogno di nessun collante o malta se non il reciproco sostegno, il che ci impartisce tra l’altro una lezione morale di indubbia utilità…Senza contare l’abilità degli scalpellini e degli intagliatori che trasformavano pietre irregolari in tessere magicamente compatibili.

Ma, come si sa, l’ammirazione per l’ingegno umano non ha limite, così mentre stavo guardando questi splendidi ricami di pietra perdersi nei campi, cieca come Indiana Jones, in realtà non ho visto un insolito e geniale particolare. Quasi invisibile se non si sa cosa cercare, sulla parete del muro è comparsa una scala, un susseguirsi di quattro cinque gradini che un tempo serviva per agevolare il passaggio da un campo all’altro. Sorpresa ed entusiasta l’ho voluta subito mettere alla prova e, mentre, divertita, salivo e scendevo lei, mimetica ed invisibile ad uno sguardo distratto, testimoniava perfettamente sia l’ingegno dell’uomo che…la sua cecità.

Quando leggo i tuoi articoli e come esserci dentro.
Bravissima
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Giusto, meritano davvero un elogio. Per fortuna anche dalle parti di Verona e del lago ce ne sono, anche se alcuni sono “saldati”. Sanno di libertà e di vacanza per noi cittadini.
Baci
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