Poche novità sul fronte del viaggio. Siamo fermi in attesa di veder scomparire “storm alert” dal barometro, che continua, inesorabile, ad abbassarsi ogni giorno di piú. Ma non è affatto detto che gli incontri piú interessanti si facciano strada facendo. Oggi servirebbe la penna di uno scrittore vero per descrivere l’inusuale trio incontrato al bar.
Al momento del nostro arrivo, la quantità di vuoti di Peroni e i mozziconi di sigaretta lasciano facilmente intuire una lunga permanenza al tavolo, nonché una certa predisposizione ai piaceri della vita.
Chi tiene banco è un francese alto e massiccio, di una sessantina d’anni, con lunghi capelli biondi (probabilmente non del tutto naturali) e occhi chiari un po’ annebbiati dal malto… Quello che cogliamo del suo racconto (in francese!) è il suo essere marinaio, mai vissuto in un appartamento, partito, questa volta, da Marsiglia, con trascorsi oceanici alle spalle in compagnia di una scimmietta, raccattata a Capo Verde, a fargli da mozzo.
I suoi interlocutori sono altrettanto interessanti: una coppia di “artisti”. Di mezz’età, brizzolato, fisico asciutto, pareo bianco, uno; piú giovane di una ventina d’anni, bandana nera, pantaloni turchi, piedi orgogliosamente scalzi, occhi di un azzurro imbarazzante e volutamente altezzoso e indisponente, l’altro.
…Una Garbo, un rude pirata e un elegante anfitrione… E, in effetti, la mimica, i gesti, la teatralità del trio è talmente accattivante che la nostra prevista pausa-gelato di 10 minuti si trasforma in un film di un’ora e mezzo di cui siamo i divertiti spettatori/comparse.
La sera, la notte bianca di Roccella, ci trasporta in un’ altra dimensione, parallela ma simile, dove tonno freschissimo: pescato e cotto,
tè marocchino alla menta,
banchetti con scarpe nemmeno immaginabili e atleti veri e improvvisati, che corrono sul lungomare, si mescolano in un puzzle davvero insolito.
Se l’ospitalità si misura dal numero di diversità riunite, siamo nel luogo piú ospitale del pianeta!!