E siamo ancora qui: agli arresti domiciliari a Roccella Jonica (nel frattempo ho imparato che si scrive con la j). A onor del vero devo ammettere che come sosta forzata non è male: c’è il sole, è caldo e si fa il bagno in un’acqua cristallina… soprattutto mi guardo bene dal lamentarmi viste le meteo notizie alluvionali che mi arrivano ogni giorno dal nord.
Dunque scrivo, non per aggiornarvi su novità inesistenti, ma per mettervi al corrente di un quesito inquietante che questi giorni di sosta non prevista hanno portato alla luce. Già il primo giorno del nostro arrivo il direttore ci aveva avvertito di non stupirci troppo per quel che avremmo visto quella sera; lo spettacolo francamente stupefacente a cui abbiamo assistito sarebbe rimasto una curiosità folcloristica se non l’avessimo visto ripetersi per 5 sere consecutive, tanto da fargli assumere connotazioni sinistre. Col senno di poi avremmo dovuto sospettare qualcosa già dal numero dei menù che sottopongo alla vostra attenzione.
Ma il rito che si perpetua ogni sera comincia di fatto verso le sei, quando, dal nulla, spuntano ragazzi e ragazze che, come api operaie, corrono avanti e indietro e disfano una serie impressionante di pile di seggiole e tavoli, trasformando i 120 metri di molo in un’ enorme tavola imbandita.
Già la vista di più di un centinaio di tavoli apparecchiati é di per sé stupefacente ma non é nulla confronto al fatto che verso le 10 (ora di cena locale) tutti i tavoli sono occupati da avventori. Ora, io non sono forte in matematica, ma 800/1000 coperti a sera, per 7 sere a settimana fanno un numero stupefacente, che, sommato al fatto che in paese esistono un sacco di ristorantini graziosi che lavorano, ci porta a chiederci da dove diamine spunterà questa folla:
Riunione di alieni travestiti?
Vampiri che possono uscire solo al calar delle tenebre?
É un enorme teatro virtuale e, in realtà, il molo é vuoto?

Le mie deduzioni da Watson non arrivano più in lá, ma, se tra voi c’é qualche Sherlock, attendo “elementari soluzioni”.
Vi seguiamo con divertita curiosità’ complimenti per il diario che coinvolge e incuriosisce chi come noi ama il girovagare ore lidi sconosciuti!
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Grazie ragazzi. E a noi fa piacere chiacchierare con voi!
Mi raccomando, vi aspettiamo in visita quest’inverno. Ciao!!!
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Io ho passato lo stretto in barca a motore ma quello che mi fece impressione era l’acqua che ribolliva per le due correnti! Uno spettacolo
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Verissimo, l’acqua sembra muoversi e girare per i fatti suoi, in preda a forze non ben identificate…
Noi l’abbiamo passato al mattino presto quando era ancora un po’ “addormentato” ma ugualmente la corrente ci ha accelerato e rallentato, a sua discrezione, di almeno due nodi.
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Ola! (rientrato da qualche giorno senza rete…) beh, dai, lo spettacolo (della mensa, dico) è davvero magnifico. Il mangiare davvero è un elemento fra il misterioso e il magico. E pure pesante, a seconda della dieta…
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Da Vieste in giù di sicuro non ci sono piú ricette ma alchimie…c’è un solo problema…non ho la bilancia in barca😱
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Ahahha non posso non ridere leggendo questo vostro Post per caso e ritrovandomi tra gli “avventori” che tutte le estati passano almeno una serata al mitico “Porto” di Roccella a mangiare la pizza al metro 😛
Ps: complimenti per la bella avventura!
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Che spettacolo! Magari siamo stati seduti accanto per un’intera serata…Grazie mille per gli auguri!
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