La febbre comincia a salire lentamente giá nei giorni che precedono la partenza…
Il riepilogo mentale si fa incalzante: visite prenotate? OK ; appuntamenti fissati? Ok; amici avvisati? OK ; check-in? OK.
Anche quest’anno la settimana annuale di rientro cittadino non si trascina dietro i lenti ritmi siculi ma è pronta ad inghiottirci con i suoi tempi frenetici.
Arriviamo a Bologna di notte ma con la mente già proiettata agli appuntamenti del mattino dopo.
Ci sono sempre troppe cose da fare e il tempo, con il quale avevamo fatto pace, ci è di nuovo nemico.
Eppure ci organizziamo al meglio e riusciamo ad incontrare se non tutti, almeno molti. Con una disinvoltura che credevamo perduta incastriamo incontri ed eventi riuscendo persino a vedere la mostra di Bowie (bellissima!) prossima alla conclusione.
Qualcosa, una sorta di memoria storica, fissata nel DNA, ci induce a organizzare, pianificare, correre…
Allo stesso modo il nostro corpo si adegua e, al pari della mente, dopo il primo giorno di tosse e occhi lacrimanti, sopporta con apparente indifferenza lo smog dell’ora di punta.
Le capacità di adattamento umane sono fantastiche.
Così perfette.
Così pericolose.
Io sono stata fortunata.
Ho frequentato campi e boschi fin da bambina e, quando ho avuto una casa mia, è stato in campagna, dove di notte si sentivano gracidare le rane e cantare gli usignoli. Ora vivo in barca col profumo della salsedine e il rumore del mare.
Posso abituarmi, mimetizzarmi, adattarmi, posso vivere in cittá una settimana all’anno e riempire l’agenda d’impegni ma quando mi affaccio ad una finestra e, guardando in alto, vedo solo uno spicchio di cielo grigio, non posso dimenticare quello che mi manca.
Mancherá a tutti? mi chiedo, e spero di sí.
Perché la mancanza è una gran cosa: ci ricorda che abbiamo avuto qualcosa (…un mondo…un pianeta…), ci ricorda che l’abbiamo perso ma, talvolta, può ricordarci anche che possiamo ancora cercare e ritrovarlo.
In effetti hai ragione…
A Verona si sta meglio perché le sue dimensioni ti consentono in pochi minuti di uscire dalla città, oppure di godere di alcune zone di verde, soprattutto lungo il fiume, dove abito e dove spero di abitare in futuro. Alla prossima, spero non fra un anno…
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