
Ci sono persone che entrano in sintonia con gli altri con estrema facilità. Spesso è la loro loquacità o l’attitudine al sorriso ( smiling face direbbe un inglese) che genera il ” miracolo”. Allo stesso modo ci sono luoghi che predispongono all’incontro e nazionalità (passatemi il termine) più accoglienti di altre.
Ma, in tutto ciò, c’è una circostanza che a prescindere dal carattere, dal luogo, dalla lingua e da qualunque altra influenza esterna ha il potere di unire profondamente.
Parlo di strumenti, di voci intonate, di ritmico battere di mani.
Parlo di musica che disperde le identità e crea un unico insieme.
I suonatori si guardano con la benevolenza e la simpatia che genera l’avere una passione in comune. A chi parla la lingua delle note basta un do per capirsi, per sapere cosa fare.
Gli strumenti si accordano e le anime pure e, allora, per quanto lontani ed estranei possano essere gli obiettivi della vita d’ognuno, in quell’istante ne conta uno soltanto: suonare… suonare…come direbbe la PFM.
Così, ricordando una serata musicale, tra le tante piacevolissime trascorse insieme, con un po’ di ritardo, Grazia e Jack fanno il loro ingresso nel registro degli ospiti.
E se quest’isola eclettica offre le più svariate cose ed esperienze a chi la visita per la prima volta e, nell’arco di una breve vacanza, il tempo non basta mai per fare tutto, sono contenta che, questa volta, ne sia rimasto un po’ per un cortile, una calda notte estiva e un concerto improvvisato per chitarra, percussioni, voce e… naturalmente… basso.
L’energia, la luce, il mare, i pensieri, le orbite dei pianeti: c’è un ritmo vitale alla base di tutto, musica, suono, armonia.
(G.Cloza-Felicità in questo mondo)