Il mare, sempre blu nei disegni dei bambini, è invece un costante mutare di colori, di umori e mai simile a se stesso.
C’è il mare allegro che conosciamo tutti, quello delle cartoline, delle ferie spensierate, attese e rimpiante;
c’è il mare schiumante adrenalina delle competizioni: l’uomo contro l’uomo e l’uomo contro la natura, sfida e avventura;
c’è il mare autorevole, scuro e profondo che chiede umiltà a chi l’attraversa e quello romantico, tinto del rosso del tramonto.
E poi, sconosciuto ai più, c’è anche il mare del lavoro, della fatica, delle reti troppo leggere, delle notti troppo fredde e il mare del buio e della paura che non riesco e non posso immaginare.
Una paura che resta negli occhi, annidata, arrotolata tra i ricordi come un’infida serpe. E non bastano un lavoro e lo scorrere sereno del tempo per dimenticare e vincere. C’è bisogno d’altro.
C’è bisogno di tempo, di forza e di coraggio e c’è bisogno di persone, di persone sincere, di persone vere, di rispetto e di affetto.
Se si trovano, se si ha la fortuna d’incontrarli, allora può darsi che il vento sia uno zefiro delicato, le onde un lieve ondulare e il cielo un benefico calore; allora può darsi che i sorrisi si allarghino, i ricordi svaporino un poco e il mare risplenda dei colori dell’amicizia.
