Ed eccoci. Marzo è finito e il mondo è ancora chiuso. Chiuso per le famiglie che stanno scoprendo quante cose meravigliose possono fare insieme e per quelle che la convivenza forzata sta sgretolando, attimo dopo attimo. Chiuso per chi conta le ore, giorno dopo giorno, nutrendosi di notizie e di amarezza e per chi, nella noia, ha riscoperto passioni che non avrebbe mai dovuto dimenticare. Chiuso per chi, occupato in mille attività, a sera, scopre che il giorno non gli è bastato per tutto e per chi, sopraffatto dal tempo libero, a sera, ringrazia che il giorno sia passato. Chiuso per chi in casa si sente protetto e per chi si sente in gabbia. Chiuso per i fidanzati tormentati dal bisogno di stare vicini e per quelli lieti di stare lontani. Chiuso per chi può godere del sole e del mare all’orizzonte e per chi all’orizzonte vede solo una finestra e un muro e un asfittico albero di città. Chiuso per chi ama andare e per chi ama restare, per chi anela la compagnia e per chi cerca la solitudine. Chiuso per gli estroversi e per i timidi, per gli sportivi e per i pigri, per gli ottimisti e per i depressi, per i giovani e per i vecchi… Chiuso.
Ma, se la terra è chiusa, il cielo è sempre aperto e tanti fra voi mi hanno mandato i loro frammenti d’azzurro. Diversi, come diversi siamo tutti ma in fondo simili, come simili siamo tutti. Così, “rubando” uno slogan che era appeso alla coda di un aquilone, e aspettando di poter scegliere di nuovo sulla terra “cosa”, “dove”, “quando” e “con chi”, vi ringrazio davvero di cuore e vi lascio con uno sguardo sul cielo…il cielo dei cieli di marzo.
