Passeggiando per i pontili di un porto turistico nei mesi estivi che precedono le vacanze, vi capiterà senz’altro di imbattervi in personaggi pseudo tecnici che davanti a barche dotate di impianto eolico, pannelli solari, tender più o meno intelaiato, affermeranno con incrollabile sicurezza: questo qui parte per un bel viaggio…
Ingenui!
Meno giornali tecnici e più pellicole d’autore è quel che serve per certe ipotesi.
Se avessero guardato con più attenzione la “Finestra sul cortile” saprebbero che non é sulla coperta ma nella cabina dell’armatrice che bisogna ben guardare.
“…Nessuna donna partirebbe mai per un lungo viaggio senza la sua borsetta e i suoi gioielli…”
Ed è così, infatti, che la splendida Grace giustifica i miei ciondoli e le paia d’orecchini (alcuni, ricordi del giurassico) che riempiono ben ordinati il cassetto della cabina di prua.
È la loro presenza, accompagnata da quella dell’odioso ferro da stiro, che mai e poi mai mi sarei sognata di portare in vacanza, la prova concreta che il viaggio che intraprenderò tra qualche giorno non sarà breve come al solito…
Ma anche se Grace la sapeva lunga, a ben pensarci, quello che mi sarebbe davvero utile ora è la copertina della “Guida galattica” con i suoi cubitali caratteri:
… NO PANIC!…
Armadio 4 stagioni
Sei ore e i pochi mobili destinati al trasloco saranno ridotti ai minimi termini e impacchettati. Insieme agli scatoloni ammassati in garage finiranno su un camion, destinati al magazzino che li conserverà fino a… Mah?!
L’indispensabile “dovrebbe” già essere imbarcato (ho già stivato anche lo stampo per le tigelle…) e mentre penso al mio armadio barcaiolo mi torna in mente un’amica in visita alla casa, 14 anni fa appena comprata. Durante il giro turistico di rito i consueti complimenti dovuti si erano un attimo inceppati, proprio davanti all’armadio, alto fino al soffitto, profondo come un bambino ma SOLO a due ante. Con un lieve imbarazzo era sfuggita la frase:- Oh, io proprio non saprei come fare senza un armadio 4 stagioni!
A ben guardare il mio armadio attuale 4 scomparti li ha ma è evidente che il significato di indispensabile è decisamente personale…
Tutto in una tasca
Ci siamo! Tra poco la partenza… e il trasloco urge. Passare da una casa grande ad una più piccola è già un’impresa ma passare da una casa ad una barca di 13 metri è una vera avventura. La sensazione è quella di svuotare una vasca con un colapasta. Gli scatoloni formano pile sempre più alte ma le stanze sono sempre misteriosamente ingombre di cose…!
Eppure i cassetti che si svuotano, i muri che tornano nudi non sono così malinconici come si potrebbe credere, anzi, sanno di promesse, di pulizia.
È un vero e proprio esercizio per l’anima scegliere quello da portare con sè e quello di cui “liberarsi”. Si parte dal non sapere proprio quale maglione lasciare a casa e si finisce per non portarne neppure uno… tanto farà caldo…
Per i ricordi è un po’ più dura, ma fortunatamente tra i tanti oggetti che hanno un perché ce n’è sempre almeno uno che può stare in tasca, così se l’albero di mele deve restare in giardino, il libro ingiallito, letto e riletto, regalato anni e anni fa, può venire con me…
Devo ricordarmi di donare sempre cose piccole alle persone a cui tengo…un giorno potrebbe fare la differenza…
8 Marzo 2014
Merito forse degli arancini,della pasta di mandorle o della festa della donna, fatto sta che oggi è una splendida giornata. Facciamo colazione in albergo e merenda poco dopo😏 da un fantastico panettiere.
Girovaghiamo tra i banchi di pesce appena pescato e quelli di frutta e verdura, godendoci odori, colori e… prezzi, poi ci imbarchiamo per le Egadi; destinazione Favignana.
Sarà che é marzo e poca gente in giro, sarà che c’è il sole, sarà che la pioggia di ieri ha lavato cielo e mare ma sembra davvero un paradiso. Noleggiamo 4 bici e vagabondiamo per l’isola: ogni scorcio è meglio del precedente. La cordialità delle persone locali fa da degno contorno.
Concludiamo la giornata “A casa mia”, uno spettacolare ristorante dove mangiamo e beviamo davvero bene ad un prezzo più che ragionevole.
Viziati e coccolati torniamo in albergo in attesa del taxi che domani mattina ci riporterà all’aeroporto. Sono passati due giorni e ci sembra un secolo. Arrivederci Trapani, a presto!
7 Marzo 2014
Questa volta la scusa è ancora migliore. Si va a Trapani con l’aereo per visionare il porto. Dopo un viaggio decisamente confortevole ( visto il costo dei biglietti ci si chiede come facciano) atterriamo in città. La stanza- appartamento alle chiavi di S. Francesco è un ulteriore piacevole sorpresa. Passeggiamo per la città sotto un inatteso temporale primaverile.
Il centro storico è una chicca e, quando finalmente spiove, si riempie di un piacevole passeggio. I contatti con gli abitanti non potevano essere più cordiali e anche il liceo che dovrebbe frequentare Daniela mi fa una gran bella impressione.
Un tramonto spettacolare e un cibo strepitoso ( Pasticceria del Corso da ricordare per cortesia e qualità ) ci rendono ottimisti per il meteo di domani.
4 Gennaio 2014
3 Gennaio 2014
Il destino vuole che non si riesca a fare una colazione tutti insieme. Oggi passa Stefano che, dopo notte insonne alle prese con la digestione, dorme fino a tardi.
Quindi partiamo, come di consueto, alla volta del centro, dove incontriamo Silvia e Umberto.
Con i ragazzi facciamo due passi nel vecchio ippodromo che sa veramente poco di vestigia romane essendo nei fatti molto più simile ad un’ ampia e piacevole piazza pedonale.
Camminiamo, poi, fino a Cemberlitas, non tanto per il monumento, quanto per i bagni turchi che gli sono accanto.
Con qualche perplessità ci lanciamo nell’esperienza. L’interno dei bagni è pulito e ristrutturato: legno e piastrelle. Il personale ci guida, dividendo maschietti e femminucce in due ali diverse con modi piuttosto decisi e sbrigativi. All’interno dell’ala femminile, dopo uno spogliatoio moderno, si entra nei locali del 1500: una pietra caldissima, a forma circolare accoglie chi ha scelto di farsi insaponare dal personale e anche noi che ci insaponiamo da sole. Sopra alla pietra, una volta traforata fa filtrare la luce e uscire il calore. Attorno, piccole fontane e catini decorati con cui rovesciare acqua fredda dopo la pulizia. Una volta aperti i pori si passa in due vasche di acqua, una delle quali occidentalizzata dall’idromassaggio, a temperatura imbarazzante: 36 e 38 gradi. Il tutto molto piacevole ma a piccole dosi se si vuole evitare il collasso…
2 Gennaio 2014
Sorpresa! Al risveglio la piccola di famiglia pensa bene di esibirsi in uno spettacolare show gastrointestinale…😱
Fortunatamente verso mezzogiorno lo spettacolo si conclude e riusciamo ad uscire e a farci la nostra solita scarpinata fino al centro.
Optiamo per la moschea di Solimano un po’ costretti dall’orario che ci impedisce di provare l’entrata a Santa Sofia, ma è la nostra fortuna. La moschea è bellissima, imponente e soprattutto meno affollata del consueto. Un luogo di grande suggestione.
Dopo esserci gustati l’atmosfera cerchiamo invano un fantomatico giardino del té indicato dalla guida e poi abbandoniamo definitivamente la spiritualità e cadiamo nel bieco mondo commerciale comprando…uno spremi-melagrana…!
Concludiamo la giornata, dopo le ormai consuete sei ore di cammino… in un grazioso ristorante, The Kebap, dove mangiamo molto bene con un servizio eccellente e assaggiamo il raki.
1 Gennaio 2014
Sveglia con molta calma: oggi la colazione la servono fino alle 12…!! Ci aspetta una giornata intensa visto che il centro storico proprio vicino non è. Col navigatore e molto buon senso ci avviamo verso il Corno d’Oro. Nel tragitto non possiamo ignorare una piccola
moschea, molto meno sfarzosa di quelle che dominano il paesaggio al di là dello stretto, ma straordinariamente genuina. All’interno
l’atmosfera è un misto di spiritualità e di intimo rifugio, complice anche l’assenza di turisti. Restiamo affascinati.
Tutt’altra musica sul famoso ponte di Galata. Dovunque banchetti di caldarroste e cibo da strada, via vai di traghetti, profumo di mare ed una quantità imbarazzante di pescatori. I più arditi cucinano al momento il pescato su bracieri improvvisati .
Una svolta sbagliata ed eccoci in un’oasi di verde magnifica. Viali di grandi alberi dal tronco pallido e coppiette appartate a guardarsi negli occhi, come in un vecchio film.
Arriviamo nella piazza che vede fronteggiarsi i più famosi edifici religiosi della città, proprio nell’ora della preghiera e subito ogni idea di rivalità suona ridicola. Il muezzin della chiesa intona e quello della moschea risponde. È un atmosfera incantata, colorata a tenui tinte dall’acqua della gigantesca fontana e dal cielo grigio. Optiamo per visitare la moschea ( meno fila…😁).L’interno è fantastico e, nonostante la folla, si respira un’aria decisamente più spirituale di qualunque altra chiesa occidentale.
Dopo una sosta culinaria con un kebap buonissimo, assaggiamo un bicchiere di sahlep, di una dolcezza nauseante, e ci avviamo verso l’albergo passando, non proprio casualmente, dal gran bazar. Il paradiso di ogni appassionato di shopping è all’interno di una suggestiva “galleria” colorata d’oriente. Ci limitiamo alquanto: due paia di orecchini, un posacenere e l’immancabile calamita.
Dai colori ai profumi delle spezie in poche centinaia di metri. Qui è tutto un po’ meno turistico (hanno tutti la visa peró…) Facciamo provvista di curry e peperoncino. Torniamo rigorosamente a piedi fino all’albergo e dopo 5 ore di cammino ci concediamo il ristorante del Sed che oltre ad essere a livello culinario più che buono, ha una location spettacolare sul Bosforo acceso di luci.
31 Dicembre 2013
Partiamo alle 8.15 da Bologna, sfruttando il gentile passaggio del servizievole vicino di casa Michele e, con breve scalo a Fiumicino, atterriamo in perfetto orario ad Istanbul alle 13,15 (12,15 italiane). Prenotiamo un taxi per andare e tornare all’aeroporto. La distanza non è esagerata ma il traffico rende il tragitto un’ odissea.
Prendiamo possesso delle due stanze al Sed Hotel e passeggiamo un po’ a vanvera, finendo col vedere piazza Taksim e la strada Istiklal, cuore europeo della città, attraversata da un nostalgico tram. L’atmosfera è caotica ma vivace. Kebap giganteschi e cibo da strada si mescolano a griffe commerciali. Pullman di poliziotti sono dietro ogni angolo e il traffico, subito fuori dall’oasi pedonale è a dir poco folcloristico. Mezzanotte viene salutata da un coro di clacson e da qualche fuoco sul Bosforo, piuttosto deludente. Brindisi all’ora italiana in camera. Buon anno!!